La Luna nuova del 24 Luglio si realizza a un passo dal giorno senza tempo, il 25.

La Luna Nuova in Leone è il momento di mettere al centro noi stesse con semplicità e forza.

La luna nuova è una luna che non c’è ma che si fa sentire, che lascia spazio al cielo stellato e alle costellazioni.

Questo vuoto di luce ci consente di andare in profondità e di ascoltare altro di noi.

E’ una luna che si riempie di noi, che offre spazio al nostro cuore di espandersi e accedere a nuove intenzioni, nuovi modi di ascoltarsi, accedere ai nostri sogni, lasciare loro la possibilità di prendere vita.

Come la Stella dei tarocchi, questa Lilith del buio si mostra nuda e si prepara a fondersi con le altre parti di sè.

Vorrei con voi costruire un piccolo spazio interiore dove portare noi stesse e sentirsi al sicuro. E’ importante sentirsi sicure per potersi liberare ed esprimere. Per farlo vanno date regole prima di tutto a noi stesse, di conseguenza a coloro che ci stanno accanto. Al termine della mia lettura portatevi in questo spazio dentro di voi e a vostra volta elencate quelli che sentite sono i vostri Diritti. Uno, tre dieci. Quelli necessari.

Ognuna la sua strada tutte insieme sui sentieri comuni.

A volte serve ribadirli i propri diritti, a se stesse prima che agli altri, come un mantra che ti tiene aggrappato al filo dove stanno stesi tutti i tuoi sogni, come panni al sole, alcuni stropicciati, alcuni rimasti macchiati, altri inteccheriti dallo scirocco che soffia da Sud Est, neri, colorati o ricoperti di fiori a dare vivacità e nuance a terrazze estive assolate.

Serve ribardirli a volte con me a volte con chi è fuori di me.

Voglio rivendicare il diritto di essere forte come un vulcano e fragile come una foglia,

senza che mi venga detto ‘ma tu sei forte, ce la fai’

perchè non è vero un cazzo a volte non ci si fa e sentirsi dire il contrario ci fa crollare ancora un pò di più.

Ci fa sentire non viste, trasparenti, inascoltate. Anche.

Voglio rivendicare il diritto di sentirmi completa e mancante allo stesso tempo,

sicura e fragile, spontanea e razionale.

Il sacrosanto diritto di passare dal riso al pianto nello stesso giorno svariate volte

senza che mi venga detto che ‘ho le mie cose’.

Che poi non sono cose mie,

son cose di tutti!

Voglio rivendicare il diritto di essere comprensiva,

accogliente, empatica con chi vive a cuore aperto come me e

il diritto di mandare a fare in culo chi sentenzia, giudica,

se la racconta e ha una mala gestione del proprio ego a tal punto

che esso stesso si sia così ingrandito così tanto da scahicciare tuttoi gli altri:

Potatevi l’ego che abbiamo il diritto di vedere il panorama oltre voi.

Voglio il diritto di mangiare e fregarmene di dimagrire,

passare i pomeriggi a scrivere e non fare palestra.

Il diritto di vestirmi da strafiga per andare a lavare la macchina

e da faccendedicasa per andare alla prima del Comunale.

Voglio rivendicare il mio diritto di amare.

Come so fare io.

Senza essere accusata di farlo troppo, senza metodo,

irrazionalmente, senza sentirmi dire che non si campa solo d’amore

perchè non si campa solo d’amore ma non si campa senza amore.

O meglio, che si campa a fare!

Voglio avere il diritto di prendermi cura dei miei figli senza essere giudicata

da chi li vede uscire con le magliette da stirare o arrivare a scuola senza merenda.

Vorrei davvero non fossero mai giudicati

ma se così dovesse essere vorrei fosse per i loro gesti e la loro infinita curiosità,

la loro intelligenza emotiva,

il rispetto che hanno dell’ altro e la bellezza della loro anima che fa capolino dai loro occhi.

Voglio rivendicare il diritto di decidere della mia vita

senza essere additata da un sistema in cui la vita delle donne è rimasta al 1939,

anno non scelto a caso, non casuale, perchè è quello del concordato Stato/Chiesa.

Voglio avere il diritto di non saper cucinare e di bruciare ogni sugo che mi provo a preparare.

Di macchiare di rosina ogni maglietta bianca che esce dalla lavatrice,

dimenticarmi il ferro sui colletti delle camicie, stendere i panni nei giorni in cui piove.

Voglio rivendicare il mio diritto di passare le notti a scrivere e fare l’amore

e non a pensare a gestire la mia solitudine e le mie paure del quotidiano,

peraltro assolutamente inutili da analizzare la notte alle quattro e quarantaquattro.

Precise.

Voglio rivendicare il mio diritto di pensare che senza la mia sorella di sangue e quelle di cuore

alcune parti di me sarebbero finite nel sudicio da un bel pò.

Per la paura, per la stanchezza, per il coraggio che a tratti manca.

Voglio rivendicare il diritto di affermare che a volte da sole non ci si salva,

e che crollare è necessario,

se poi crolli e trovi chi crolla con te ma allo stesso tempo ti sostiene allora hai vinto tutto.

Anche se ti trovi con la bocca in terra a respirare polvere.

Voglio rivendicare il diritto di affermare che ‘io sto bene da sola’ è una cazzata pazzesca.

Diciamo che stiamo volentieri senza narcisisti, egopatici, bugiardi, superficiali, bipolari.

Traditori.

Diciamo che in due si sta bene se si trova una persona senza evidenti patologie dichiarate.

In quel caso meglio sole.

Altrimenti l’amore irradia, nutre e da energia più di ogni altro integratore naturale.

L’amore è spirulina per le anime stanche e l’appretto per i sogni stropicciati al sole.

Alla fine io i miei diritti me li sono conquistati.

Con ascolto, del mio cuore.

Con cura, per i miei affetti.

Con fatica, per ciò che devi ricostruire.

Con amore, perché l’ho scelto come mia unica religione.

Con paura, perché il coraggio arriva dopo.

La stabilità del cuore quando tutto trema è l’unica forza possibile.

Rivendico il diritto di esserci ogni giorno nella mia vita con presenza e fiducia.

Disponibile all’ascolto e perennemente in debito di abbracci!

Rivendico il diritto di lottare per i diritti degli altri, dei deboli,

degli uomini che restano umani e delle donne, delle donne Sempre.

Delle donne che dico io quelle che quando ti guardano entrano nei tuoi occhi

e accedono alla porta del tuo cuore, che sia per un attimo, una settimana, una vita intera.

Lotto per le donne che decidono di restare, di affrontare il dolore di petto e

quando fa troppo male affidano i loro desideri più profondi alle altre donne della propria tribù.

Perchè lo siamo, siamo una tribù con le proprie regole e le proprie leggi.

Ma ora è il momento di dichiarare i propri DIRITTI.

Adesso tocca a te:

Respira e prenditi il tuo tempo. Chiudi gli occhi portanto l’attenzione a te stessa, sei tu al centro del tuo spazio emotivo e fisico.

Dopo un profondo respiro dedicato completamente a te stessa nella fase di espirazione riapri gli occhi e ….

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