Scrivere è un processo alchemico, e noi in queste sere d’estate lo faremo insieme.

Ci troviamo nei giardini, nei bistrot per la colazione, nei boschi o dove questo progetto ci porterà e condivideremo amore per la lettura e per la scrittura.

Il mio metodo per accompagnare le persone alla scrittura si chiama InciPit e consiste nel creare un breve contenitore, portare il lettore/scrittore in luoghi (reali e interiori) e lasciare che si addentri attraverso la scrittura negli spazi, che incontri i personaggi, descriva le proprie emozione e gli spazi fisici. Mentre scrivo do suggerimenti rispetto ai diversi piani di lettura e scrittura che si possono tenere poi ognuno procede da se.

Questo che trovate di seguito è l’InciPit della serata dell’11 Giugno. Alcuni durante la serata hanno letto il proprio libro, altri si sono appartati e attraverso il mio incipit hanno scritto la loro storia, l’emozione di leggerle non è equiparabile ad altre emozioni, ve lo assicuro e ringrazio chi si fa trascinare da me in questo mare di parole.

L’Eliana e Nando

Sono seduta in mezzo al grande arco a tutto sesto che si affaccia sull’aia.

Nando e l’Eliana mi hanno lasciata qua, fino a poco fa mi tenevano per mano e sapevo avrei saputo camminare ovunque ma adesso non ci sono, almeno non in questa dimensione e quando non li sento accanto a me la gamba sinistra inizia a ballare nervosamente e i miei polmoni compiono respiri ampi senza mai aver la sensazione di essersi riempiti. C’è un bel vento ma la mia anima è riparata.

Chi sono Nando e l’Eliana? Sono le anime di protezione che ognuno di noi ha accanto, si trovano aldilà del velo del visibile, li senti ma non puoi sentirli, ci parli ma non puoi parlarci, ne percepisci il profumo ma non hanno odore, ne senti le carezze ma non ne percepisci il tocco. Ma tu lo sai che ci sono.
Ti hanno tenuta per mano quando era necessario, adesso quella mano non esiste più e loro continuano a farlo nella memoria che il loro amore ha impresso nelle cellule che compongono il tuo corpo.
Hai un Nando o un’ Eliana accanto a te? Affidati a loro in questi giorni di scrittura e lettura, durante questa estate collettiva.

Accade. Quando apri gli spazi di silenzio dentro di te loro sentono di poter comunicare e lo fanno in maniera naturale, sta a te cogliere suggerimenti, accadimenti, sussurri.
Dagli spazio, aspettali nei momenti in cui scrivi, nei pensieri che affiorano quando leggi, aspettali. Non mancheranno all’appuntamento che gli darai. Lascia che accada.

Sono seduta in mezzo al grande arco che si affaccia sull’aia e ho caldo ma resto immobile. Dentro e fuori di me.
C’è un bel vento che mi scompiglia i capelli e mi scopre le cosce. E’ un luogo intimo quello che sto vivendo, caldo e ventoso.

Dal fondo dell’aia vedo emergere dalla scenografia marcata creata dall’ombra una figura che viene verso di me.
Non ho paura, non ho timore sono solo infastidita al pensiero che qualcuno posso interrompere la mia solitudine. Tanto preziosa e ricercata in questa vita fatta di irreali connessioni.

Cammina verso di me arrivato al centro dell’aia si ferma, come quando nei film western il tipo che vince si conquista la scena per sparare al duellante, sotto la luce del sole, in luoghi che avrebbero accecato chiunque questi si sparano al millimetro senza sbagliare un colpo. I suoi colpi sono le parole che pronuncia in piedi accanto al pozzo asciutto.
“Rimani immobile perchè ti sembra di essere al sicuro eh?” la sua voce fa eco dentro di me e rimbalza fra le ombre del porticato, mi stizzisco

“ma chi sei cosa vuoi da me?”

“cosa ti porta all’immobilità? Sai benissimo che se resti ferma sei un bersaglio semplice dell’avversario”

“ma di cosa parli?”

“parlo del tempo che perdi a perdere tempo. Ipoteticamente connessa in uno spazio virtuale dove sei entrata ormai tanti anni fa, per colpa di un’amica che ti ha detto – dai iscriviti così restiamo in contatto! – E con questa scusa lei non ha trovato più il tempo di fare nemmeno una telefonata e la vostra amicizia è finita in un diradarsi di like e ‘la chiamo dopo’.
Parlo del tempo che impieghi a misurarti con persone che nemmeno hai mai visto e quello che ti dimentichi di trascorrere con chi hai visto nascere”
“oh via, non esageriamo!”

“se non tu tanti come te!

” si ma cosa vuoi da me?”

“voglio portarti in un posto”

“e perchè dovrei seguirti?”

“perchè a breve il sole gira verso ovest e da sotto quell’arco dovrai venire via, o vuoi restare immobile?”

“è un luogo sicuro?”

“dipende da te!”

mi alzo aggiustandomi il vestito, Nando e l’Eliana dove cazzo son quando li cerco, faccio un passo avanti e affogo nel sole che mi travolge, mi manca l’aria.

“andiamo” mi incalza.

Passo passo lasciamo la grande aia, le cicale friniscono a festa e io mi fido, o forse ho solo davvero troppo caldo.
Scendiamo verso il sentiero che porta al mare, attraversiamo un pezzo di macchia dove l’elicriso profuma prepotentemente,
davanti a me si apre un prato di un verde accecante, lo attraversiamo sino ad arrivare al mare.

L’iperico spennella di giallo oro i bordi della radura, buia e infestata di aria fresca.
Ne colgo un rametto e me lo porto al volto, le carezze delle piante mi son sempre piaciute, fin da piccolina.
Mi passavo sul viso ogni pianta raccolta, lasciandomi accarezzare ad occhi chisi, anche se dopo le guance a volte mi diventavano rosse.
Metodi antenati dei patch per i test allergici, ma io me ne fregavo.
Le guance rosse erano la mia specialità. O per irritazione o per vergogna le avevo sempre di un colore marcato ed evidente.

Mi vergognavo di tutto, per questo la mia prova in questo giugno è Esserci.
Fare a meno degli spazi dove ci si sente al sicuro e uscire allo scoperto, portare le mie passioni sul piano reale della vita e attendere. Accade.
Come quando metti il mangiare ai pettirosso.
Se stai in silenzio e lasci a loro la possibilità di acquisire la fiducia piano piano si avvicinano. Voi (chi legge chi partecipa chi ha deciso di esserci) siete dei meravigliosi pettirossi per me.
Io mi auguro di nutrirvi almeno un pò.

“se rallenti ancora possiamo provare a strisciare!”

“oh si scusa, quando mi addentro nella natura mi perdo sempre un pò e cambio passo”

“si mi fa l’idea che correre una come te non corre mai!”
“ah carino, devi essere amico di Margot!”

sorride.

Scendiamo il breve sentiero fatto di rocce e rosmarino e atterriamo su una spiaggia di sassi bianchi, calda, assolata a quell’oddio e accogliente.

Lui si butta in acqua come se da li venisse, io mi ritraggo subito irrigidendomi.

“stai tranquilla…” si avvicina alla barchetta attraccata a pochi metri dalla riva e mi fa cenno di avvicinarsi.

Vista dalla barca la terra ha un profilo dominante. Con la barca ci spostiamo di qualche centinaio di metri verso sud, io inizio a pensare che la mia interminabile fiducia nell’essere umano a volte dovrebbe porsi delle domande del tipo chi sei? cosa vuoi? dove andiamo? aspetta lo dico a qualcuno… ma sento che deve essere così e poi ormai c’è poco da fare.

Ci avviciniamo alla costa entrando in una grotta dove la luce filtra e disegna scintille dai colori dell’arcobaleno. Una piccola spiaggetta davanti a noi. Due figure emergono dalla penombra non appena i miei occhi si abituano a quell’oscurità che sfuma dal celeste al blu. Sono Nando e l’Eliana, ecco dove sono finiti, si apre nei miie polmoni un respiro che sa di rinascita. Con i piedi bagnati approdo alla spiaggetta e mi siedo.
Andiamo a incominciare…

  • Scendi dalla barchetta stando attenta/o a non cadere del tutto nell’acqua. Sei in uno spazio protetto, in fiducia, trova un luogo tranquillo e comodo per te.
    Sii curiosa,/o di ciò che puoi incontrare. Affidati alla semplicità dei tuoi pensieri liberi.
    La libertà è un dono semplice e la scrittura con la sua capacità di portarti dove senti necessario ti rende ancora più libera/o.
    Com’è questo spazio?
    La figura femminile che incontri com’è? Descrivi come la vedi, come la senti, cosa ti comunica. Ha da dirti o darti qualcosa?
    La figura maschile ti protegge o ti minaccia? Che bisogno hai di sentire protezione nella tua vita?

Lasciati guidare dalla storia che hai dentro, raccontati.
Racconta cosa avete da dirvi e che significato ha per te questa immagine che abbiamo evocato insieme.
Ascolta le sue parole o i suoi gesti. Trasformali. Falli diventare tuoi attraverso il racconto.

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