InciPit e Scrittura

InciPit

“Da questa mattina sento stridere qualcosa dentro di me, a volte accade quando devo scrivere e non ne ho tempo, altre volte accade quando ho presentimenti che non riesco a razionalizzare.
Io per non sbagliare do sempre la colpa al pre-ciclo, così mi sento normale, come tutte le altre donne, e non se ne parla più.
Anche se ho il presentimento che tutte le donne diano la colpa al pre-ciclo per sembrare normali, ma alla fine siamo tutte un pò distanti da quello che sentiamo di fare nella vita, c’è sempre una linea di confine fra ciò che facciamo e ciò che realmente sentiamo di dover fare, quello spazio è quello spazio in cui si rischia di cadere come la linea gialla che separa il marciapiede dalla metropolitana.
Mind The Gap! “


(dall’incipit del secondo capitolo di Ri-Fioriremo 2023)


lo sapete cosa sono gli incipit?
Anche voi avete un quaderno dove vi segnate i vostri preferiti?
Io ho un quaderno dove segno gli inizi dei libri che mi sono piaciuti e nel fondo segno le dediche degli autori e le citazioni.
A volte la mia scelta di un libro parte proprio da questi piccoli dettagli.
Ebbene la mia passione per gli incipit nasce da una più profonda passione che ho per gli inizi.
Di tutti i generi.
*Amo iniziare un libro, ovviamente. Dalla prima pagina capisco se lo leggerò random, con la velocità di contocircuito (citazione per boomer ndr.) oppure se lo farò entrare piano piano parola dopo parola.
*Amo iniziare un quaderno, che non comincio MAI dalla prima pagina ma dalla pagina dopo. Come se scendessi un gradino dentro di me ogni volta, come se mi accomodassi in un poltrona comoda.
*Amo iniziare le amicizie. Quella fase della conoscenza dove cominci a elencare le cose che hai in comune con l’altra persona, raccontare la tua storia, mettere in relazione i contatti ‘ah ma sei amico di quello, senti un pò… ci ho fatto il corso di pilates nel 1988…’ (quando il pilates più o meno non esisteva… ndr.)
*Amo iniziare una nuova legatura. Quella fase in cui sperimento mi fa sentire così bene. Quando ancora sai che nessuno vedrà il tuo lavoro e puoi sperimentare in libertà.
Sia che si tratti di libro fatto Il Libro delle Intenzioni sia che arrivi un nuovo restauro (dove non sperimento ma devo trovare la giusta carta, preparare la scheda di restauro, decidere come intervenire, cercare le passamanerie e i materiali) o quando mi arriva da voi una richiesta strana su un quaderno particolare.
*Amo ovviamente iniziare una storia d’amore. Amo far si che ogni giorno sia l’inizio della mia storia d’amore con me stessa. Assolutamente insopportabile ma da amare tutta d’un fiato.
*Amo quel momento in cui al cinema si spengono le luci e tutti si sistemano sulle sedie, le mani dei ragazzi si intrecciano, i bambini si imbambolano occhi spalancati verso lo schermo e l’audio parte a manetta per portarti lontano da quella poltrona dentro la storia.
*Amo l’attacco di ‘C’è chi dice no’ e il mio urlo che parte spinto dall’emozione dell’incontro con la musica che amo.
*Amo iniziare un nuovo progetto anche se sono anni di stasi, dove la vita mi ha messo a sedere e mi ha chiesto di stare zitta e bona per un pò.
*Amo iniziare a scrivere credendo di dover solo promuovere una parte del mio lavoro sulla BiblioScrittura e invece mi trovo a spippolare dentro le mie sinapsi avventurandomi in mondi che nemmeno io sapevo fossero così vicini.
E’ ciò che accade se vi lasciate portare dai miei INCIPIT dentro al scrittura a quattro mani.
Un viaggio che si fa in due, dove procede chi ce la fa, chi non è stanco, chi ha la forza.
Perchè scendere dentro di se a volte è faticoso. Io vi porto un pò di pesi, i miei fiori e i nostri colloqui fanno il resto, i libri che attraversiamo se necessario fanno ancora un altro lavoro.
Io scrivo un INCIPIT per la vostra storia personale e ci troviamo all’appuntamento con un bagaglio carico di parole per partire insieme in questo viaggio.
Ringrazio chi cammina con me con le parole.
Ringrazio chi si fida di me e del cuore che ci metto.
Ringrazio i libri, le penne e i quaderni.
Non ringrazio me, perchè faccio una fatica a sopportarmi che c’è poco da ringraziare.
Se volete viaggiare con me dentro di voi scrivetemi.
Ma che sia un messaggio originale con un ottimo INCIPIT mi raccomando… sennò si parte male 🥰
Incipit – un incontro al mese con scrittura alternata in base al ritmo che riesci a tenere (i blocchi sono normali, io non ho fretta non devo andare a pilates…), una boccetta di fiori per aprire i propri canali di ascolto, un libro di compagnia e si parte.
Minimo 4 incontri. Massimo dipende quanto vuoi scrivere di te.

“Quando voglio sapere se una persona è nata povera, non c’è niente di meglio che chiedere quante finestre c’erano nella casa in cui è cresciuta. Non serve fare domande su ciò che mangiava e sui vestiti che indossava. Per scoprire il grado di povertà è essenziale conoscere il numero delle finestre. Si, proprio così, perché secondo me esiste una correlazione diretta tra povertà e finestre. Nella maggior parte dei casi, se le finestre erano poche o addirittura assenti, è abbastanza facile intuire quanto una persona sia stata povera.”

Seni e uova – Kawakami Mieko 

“In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso…”

Italo Calvino, Il Castello dei destini incrociati, 1973

Ma, direte, Le abbiamo chiesto di parlare delle donne e il romanzo-cosa c’entra avere una stanza tutta per sé? Cercherò di spiegarmi. Quando mi avete chiesto di parlare delle donne e il romanzo, mi sono seduta sulla riva di un fiume e ho cominciato a chiedermi cosa significassero queste parole. Potevano semplicemente significare qualche osservazione su Fanny Burney; qualcuna di più su Jane Austen; un omaggio alle Brontë e una breve descrizione del presbiterio di Haworth sotto la neve. Qualche arguzia, se possibile, sulla signorina Mitford; una rispettosa allusione a George Eliot; un accenno alla signorina Gaskell, e basta. Ma ripensandoci, le parole mi parvero meno semplici. Il titolo Le donne e il romanzo  poteva significare (e poteva essere questa la vostra intenzione) le donne e la loro immagine; oppure poteva significare le donne e i romanzi che scrivono; oppure, le donne e i romanzi che parlano di loro; oppure il fatto che i tre sensi sono in qualche modo inscindibili, e in questa luce volevate che li considerassi. Ma, appena iniziai ad esaminare il soggetto da questo punto di vista, che mi sembrava il più interessante, ben presto vidi che presentava un fatale inconveniente. Non sarei mai riuscita a giungere ad una conclusione. Non avrei mai potuto adempiere a quello che è, me ne rendo conto, il primo compito di un conferenziere: offrirvi, dopo un’ora di discorso, un nocciolo di verità pura, da racchiudere tra le pagine del vostro taccuino e da conservare per sempre sulla mensola del caminetto. Tutto quel che potevo fare era offrirvi un’opinione su una questione piuttosto secondaria: una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé, se vuole scrivere romanzi; il che, come vedrete, lascia insoluto il grosso problema della vera natura della donna e della vera natura del romanzo. Mi sono sottratta al dovere di giungere a una conclusione su questi due problemi: le donne e il romanzo restano, per quel che mi riguarda, problemi insoluti.”

Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, 1929

È un treno lento che arranca sulle rotaie. Si dirige verso nord. Amara se ne sta seduta composta, in preda a una sorta di eccitazione sonnolenta. Il primo lungo viaggio della sua vita. Un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati da centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e di sapone di permanganato. Sono gli odori della guerra fredda che ha diviso i paesi dell’Ovest da quelli dell’Est, segregandoli con muri, fili spinati e soldati armati di fucile.

Dacia Maraini, Il treno dell’ultima notte, 2008 

La Scrittura

Scrivo da sempre. Chi mi ha seguito nei vari percorsi della vita spesso mi ha detto ‘la scrittura ti ha salvato!’

Da un primo approccio intimo negli anni ho iniziato a sentire la voglia di scrivere di altri, raccontare di me, ma anche altre storie, altri vissuti. 

Il mio tempo libero è fatto di penne stilografiche, quaderni, note sul cellulare, acquerelli e disegni di piante, di boschi, paesaggi. 

 

Ho aperto il blog nel 2017 appena compiuti quarant’anni. E da li ho presentato al mondo il mio rapporto intimo con le parole. Con l’ansia tipica di chi si presenta su un palco non sentendosi all’altezza la sera della recita. 

A tratti ho chiuso gli occhi come prima di un grande tuffo. E giù. 

Qui trovate le mia strada, nel mio blog (che rimane per ora anche esterno al sito) e qua dentro.